Usare punizioni corporali o emotive come metodi disciplinari può causare danni fisici e psicologici significativi, con conseguenze che possono perdurare per l’intero arco della vita di bambine e bambini. Nonostante questo, però, le pratiche violente in famiglia restano un fenomeno globale, ampiamente diffuso e spesso sottovalutato.
Se ne occupa ora HARSH - Uncovering the roots of harsh parenting, un progetto ERC Consolidator Grant, finanziato con 2 milioni di euro, che studierà per la prima volta le cause contestuali che sono alla base di questo fenomeno, andando oltre i singoli fattori individuali e familiari e approfondendo anche la violenza emotiva, un aspetto ancora poco studiato.
“Ogni genitore è influenzato dal contesto sociale in cui vive. Per questo vogliamo individuare le radici più ampie – culturali, economiche e istituzionali – che spiegano il supporto e l’uso di metodi disciplinari violenti,” spiega Elisabetta De Cao, professoressa associata al Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Bologna e Principal Investigator del progetto. “Finora, teorie ed evidenze empiriche si sono sviluppate in modo separato all’interno di aree di studio come la psicologia, la medicina, la sociologia e l’antropologia. Con HARSH, intendiamo integrare tali conoscenze adottando una prospettiva interdisciplinare”.
La professoressa Elisabetta De Cao, Principal Investigator del progetto HARSH
Il progetto si concentrerà sull’Europa e sull’Africa, due regioni che si distinguono nettamente per livello di sviluppo socioeconomico, strutture familiari e dinamiche sociali. Mentre per l’Africa disponiamo infatti di dati sistematici che documentano un’ampia diffusione delle pratiche disciplinari violente, in Europa mancano dati rappresentativi e aggiornati necessari per comprendere lo status quo.
“Un aspetto cruciale del nostro lavoro sarà la misurazione delle pratiche disciplinari, ottenuta sia attraverso l’armonizzazione di dati esistenti che con una nuova indagine campionaria su larga scala in Europa”, conferma De Cao. “Solo grazie ad un’evidenza empirica solida sarà infatti possibile identificare le origini del problema”.
Per quantificare la relazione tra fattori contestuali e l’adozione – o il supporto – di metodi disciplinari violenti, saranno impiegati strumenti di analisi spaziale e tecniche quantitative di matrice economica. Si tratta di approcci ancora poco utilizzati negli studi sulla violenza contro i bambini, ma che possono rivelarsi fondamentali per identificare relazioni di causa-effetto, superare mere correlazioni descrittive e fornire basi solide per l’elaborazione di politiche pubbliche efficaci per ridurre ed eliminare queste pratiche.
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